TUTTO INTORNO A NOI È ARMONIA

Pubblicato il

10 Nov 2025

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Ci sono episodi nella vita di ciascuno, che appaiono irrilevanti ma con il tempo acquistano un significato profondo, e concorrono a formare la propria visione dell’esistenza. Con questo scritto voglio fare partecipe chi legge con la speranza, oltre che stimolare la curiosità, aiutare a far riemergere in ciascuno esperienze ormai sopite del proprio vissuto.

Mi trovavo in visita con la mia famiglia in una città storica del nostro bel paese, quando in una piazza scorgo un musicista di strada al quale mi avvicino incuriosito per ascoltare le melodie da lui interpretate con l’aiuto di una chitarra e una fisarmonica a bocca, sostenuta da un archetto intorno al collo per permetterne l’uso contemporaneo all’altro strumento.

Ma ciò che rapì istantaneamente il mio interesse cadde su un   piccolo oggetto dalla forma inusuale, che l’uomo estrasse dalla custodia nera e rigida dello strumento principale.

Era formato da piccole canne contrapposte, quattro da un lato e tre dall’altro dalla sezione esagonale che richiamavano vagamente le forme di un organo. 

Il musicista accostò le labbra ad alcune delle canne in successione e ad ogni soffio seguì un suono e una manovra sulle chiavi poste alla sommità del manico della chitarra. Notato il mio sguardo incuriosito, l’uomo mi spiegò che l’oggetto delle mie attenzioni serviva per armonizzare il suono di strumenti diversi e con mio stupore me ne fece dono. 

Dopo essere stato custodito qualche giorno nelle tasche, superata l’euforia del momento per l’inaspettato regalo, l’accordatore (così ho scoperto anni dopo che si chiamava) finì quasi dimenticato in un cassetto della scrivania della mia camera.

Quando occasionalmente posavo il mio sguardo su quell’oggetto mi ricordavo del piacevole incontro, ma nulla di più. Con il tempo maturai il reale insegnamento di quell’incontro: tutto intorno a noi è armonia se lo desideriamo, come le note sul pentagramma. Basta saperla riconoscere.

In natura ogni disciplina e attività umana richiede armonia. Alcuni esempi?
Tutto ciò che ci circonda dal cosmo, basti pensare al costante passaggio delle comete, alla rotazione dei pianeti, ha un ritmo costante, quasi musicale, come se ci fosse un metronomo che detta il tempo e coordina con precisione ogni fenomeno. Pensiamo al sole che è posto alla giusta distanza per far giungere la luce e il necessario calore, non permettendo nello stesso tempo di danneggiarci con le sue impetuose esplosioni termonucleari.

Nell’astronomia come nella chimica, nella fisica e in ogni altra scienza, ogni fenomeno risponde a precise leggi, come se fossimo immersi in un infinito spartito, tanto da indurre il celebre professore e scienziato di fama internazionale Antonino Zichichi a tenere una serie di conferenze, nelle quali sostiene con logica ferrea che non siamo figli del caos, dell’esistenza di una entità superiore e che non è quindi dogma di fede ma verità scientifica. 

La stessa ricerca dell’armonia la troviamo nella scultura ellenica, nella ricerca delle proporzioni nella pittura, nella ergonomia in architettura, in letteratura e persino nella giurisprudenza, dove le normative devono essere sinergiche tra loro, per ottenere il più possibile concordia tra i soggetti destinatari.

Tutto ciò che non è in sintonia, ci provoca disagio come i rumori o i suoni cacofonici e i comportamenti umani in dissonanza con i propri simili: siamo naturalmente portati alla armonia e quando questo non accade è una stortura, fonte di influenze esterne, a meno di cedere alle teorie di Cesare Lombroso, padre dell’antropologia criminale che credeva nella fisiognomica, che prevede una predisposizione atavica per il delitto, che traspare dalle caratteristiche somatiche dell’individuo.

A questo punto, sono certo che il lettore si starà chiedendo “dove ci stai portando?”. Ognuno può trarre liberamente le proprie conclusioni. Le mie sono che – per scelta consapevole – ho sempre, anche talvolta con impegno, cercato di entrare in simbiosi con chi ho incontrato e il contesto nel quale mi sono trovato; l’abnegazione a questo credo mi ha ampiamente ripagato.

Anche per questo, facilitato dal temprato spirito di adattamento, trovo melodia e ritmo in ogni cosa: dai suoni del ventilatore a quelli emessi dalla umidità presente in eccesso nel tubo della tracheostomia, fino al ritmico passaggio delle ruote della carrozzina sulle fughe delle piastrelle, in attesa di poter sentire un giorno, per il mio corpo e quello di tutti i miei compagni, come dei novelli Radames, la effervescente vitalità, simile a quella sprigionata dalla marcia trionfale dell’Aida di Giuseppe Verdi.

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N:71

Ottobre

2025

L’autore

Mario Ambrogio Baroni

Avvocato

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