IL MIO PICCOLO DONO DI NATALE
è l’invito a fare silenzio… per sentire la propria voce interiore, per far scorrere i pensieri, quando meditavo pensavo ad un torrente
Ci sono tanti tipi di meditazione, oggi vi descriverò quella che preferisco, la mia piccola esperienza: la Meditazione Zen. Se si decide di meditare, l’importante è essere costanti e dare molta importanza al respiro.
Lo Zen consiste nel cercare il proprio io e la propria consapevolezza. Infatti, Zen è una parola giapponese che vuol dire meditare e trovare la consapevolezza della vita. I monaci Zen ne fanno uno stile di vita.
Bisogna raggiungere l’illuminazione.
Praticare lo Zen può essere un po’ doloroso, perché devi assumere una posizione eretta tenendo le gambe incrociate davanti e gli occhi chiusi.
Bisogna contare i respiri… inspirare dal naso… espirare dalla bocca.
Il respiro dev’essere addominale, Hara (“4 dita sotto l’ombelico”). Durante la meditazione c’è un suono melodioso creato con uno strumento di cui ora mi sfugge il nome (forse l’Handpan?) e si cantano i sutra (brevi elaborazioni filosofiche sapienziali).
Il monaco Zen ha un bastone che usa se cambia la postura o quando si hanno pensieri negativi.
Il respiro dev’essere senza interruzioni, per essere costanti bastano dieci minuti al giorno preferibilmente al mattino per affrontare la giornata positivamente.
Io quando meditavo pensavo ad un torrente per far scorrere i pensieri, specie quelli negativi: come il torrente fa scorrere l’acqua io facevo scorrere i pensieri.
A questo punto, consiglio di leggere due libricini di Hermann Hesse, uno è 101 storie Zen (gli insegnanti che hanno aiutato l’uomo a scoprire il proprio Sé e aprire la propria coscienza) e l’altro è Siddharta, un viaggio alla scoperta di sé, una ricerca del proprio io più profondo.
Bello vero? Allora, auguri e buona meditazione!
di Gianni Modesto






0 commenti