Certo che la povertà è proprio una brutta bestia da pelare, soprattutto quando si ha veramente poco o niente da mangiare. . .
Ricordo ancora quando ero in tenera età e mia madre metteva in tavola il piatto caldo caldo e ricco di sapori gustosi… lo fulminavo persino con lo sguardo. . . ma con quel poco cibo da mangiare, ricordo che io ero sempre l’ultimo a finire di pranzare!
Volevo che il mio pranzo o la mia cena durassero in eterno e che non arrivasse mai la fine del piatto! La fame era tanta e mi divorava e finire per ultimo mi faceva sentire sazio!
Ricordo che quando arrivavano le grandi feste come Natale, Capodanno, l’Epifani e le altre ancora, mia madre – dopo aver risparmiato giorno dopo giorno farina su farina – riusciva a fare quel fragrante e gustosissimo dolce che desideravamo tanto noi bambini e che in realtà non era altro che semplicissime frittelle! Sì, proprio semplicissime frittelle, il dolce dei poveri, il cui piacere stava tutto nell’inzupparle nello zucchero: ah! Quant’era dolce quel momento! Una vera goduria e un profumo inebriante insieme al calore della mia famiglia. Era li che con la nostra povertà ci sentivamo veramente ricchi, ricchi d’ amore!
Con il passare del tempo, si sa che ogni cosa cambia e poi muore…
Caro Babbo Natale, il regalo che vorrei tu mi facessi è quello di farmi rivivere ancora una giornata di allegria e di emozioni con quegli Angeli poveri, ma ricchi nell’anima e nel cuore di vero amore. Ecco, sta in questo la mia ricchezza e la mia felicità!
Buon Natale a tutti con amore
da Pippo Musso
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