Quando la mente vola dove il corpo non può andare
I VIAGGI SILENZIOSI
di Piero Scurpa
Agosto è il mese in cui il mondo rallenta. Le città si svuotano, gli impegni si mettono in pausa, e le persone partono: chi verso il mare, chi in montagna, chi alla ricerca di silenzio, chi di avventura. È il tempo delle vacanze, delle valigie, degli abbracci sotto il sole.
Dal mio letto, io assisto a tutto questo attraverso uno schermo. Con il mio puntatore oculare sfoglio lentamente le immagini che scorrono sui social: sorrisi sulla sabbia, tramonti infuocati, escursioni tra i boschi.
E sapete una cosa? Mi piace guardarli. Quelle foto non mi fanno rabbia. Anzi, diventano viaggi silenziosi anche per me. In un certo senso, è come se riuscissi a teletrasportarmi per un attimo in quei luoghi, ad allontanarmi dalla mia immobilità. La mente vola dove il corpo non può più andare.
Certo, non nascondo che a volte arrivi anche la malinconia. Penso a quando anch’io preparavo la borsa, salivo in macchina con le persone care e partivo. Penso al vento in faccia, al profumo del mare, alla libertà dei piccoli gesti.
Ora quei momenti sono ricordi. E, paradossalmente, sono proprio i ricordi a darmi forza. Nonostante tutto, mi sento grato. Ho imparato che la vita ci impone limiti, a volte duri, a volte ingiusti. Ma dentro quei limiti c’è ancora spazio per esistere, per sognare, per emozionarsi.
Anche un semplice sguardo può viaggiare, se gli si dà la possibilità. E io, ogni giorno, continuo a viaggiare così: con gli occhi, con il cuore, con le parole.
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