La bellezza nascosta

Pubblicato il

31 Mar 2023

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Negli ultimi anni ho sviluppato una passione esagerata per i thriller. Mi catturano, mi affascina scoprire in che modo arrivano alla soluzione dell’indagine, tanto da individuare il colpevole, spesso il più insospettabile. Mi domandano sempre come faccio a guardare certi film, dove spariscono bambini, dove si viene uccisi nei modi più brutali, dove persone spesso senza colpa vengono rinchiuse da uno psicopatico in uno scantinato, per anni. Ma io ho un segreto. Nei momenti di tensione più ansiogena, immagino tutto quello che sta intorno alla scena: le telecamere, il regista che gesticola dando indicazioni, la truccatrice pronta a intervenire per un ritocco. Immagino gli attori costretti a rifare la scena più volte per qualche papera, o per una risata incontenibile. Penso allo studio della scenografia e della luce, perché metta in risalto gli occhi, le labbra, le mani.

Mi concentro insomma su ciò che non si vede. A volte mi piacerebbe poter fare la stessa cosa quando seguo il telegiornale, ma dietro certe immagini non ci sono risate incontrollate, non c’è un copione, non c’è finzione.

Allora sì che provo orrore, che mi viene da piangere, e che lo sguardo scappa via dallo schermo. Non accetto di abituarmi al male. Non voglio perché non è tutto così, il mondo non si limita a quello che ci mostrano. Peccato però: la bontà, la bellezza di certe realtà non fanno notizia. C’è una frase bellissima, che mi piace tanto perché è tristemente vera:

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce (Lao Tzu).

Ecco, io voglio ascoltare il rumore della foresta che cresce, e osservarla con uno sguardo libero, che va al di là di ciò che sembra, di quello che ci mostrano. Uno sguardo capace di cogliere la bellezza al di là dell’orrore. Capace di sentire che non finisce tutto lì, perché dietro il boato di una bomba che esplode nel silenzio della notte, c’è chi senza rumore, senza occupare pagine di giornale, stando dietro le telecamere, cura i feriti a rischio della propria pelle. Dopo il boato di un terremoto, il fragore dei crolli, dopo le urla, quando le telecamere si spengono, c’è chi non smette di cercare sotto le macerie. Dietro alle urla di qualcuno che sulla vita delle persone si fabbrica slogan politici, c’è un esercito silenzioso che quelle vite le salva, e se ne prende cura.

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L’autore

Laura Tangorra

Insegnante e Scrittrice

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