La primavera parla di futuro

Pubblicato il

2 Mag 2023

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è primavera, è vita!

Nonostante il clima sia cambiato molto nel corso degli ultimi decenni, la primavera torna puntuale e nei campi tornano a germogliare le nuove generazioni di piantine e di fi ori di ogni genere. Sembra di vedere dei bei quadri di paesaggi campestri dipinti da artisti naif e da bambini dal talento straordinario, perché i loro occhi sono puri.

Anche nei campi coltivati crescono i germogli, questa volta in bell’ordine, nelle zolle disegnate da trattori tecnologicamente avanzati. Comunque sia, campi agricoli o campi selvatici, i germogli  spuntano all’aperto facendosi largo nel terreno e si alzano avidamente verso il sole, e la vita torna ad esplodere. Ricordo che da bambino andavo a trovare un amico che abitava in una cascina a due passi da casa mia e guardavo con curiosità e un po’ di timore la chioccia con i suoi pulcini razzolare nell’aia, avrei voluto accarezzare i pulcini ma la chioccia era una madre molto protettiva e stava bene attenta. Guardavo quella distesa di pianticelle così tenere e di un verde brillante che si sarebbero trasformate in piante legnose di granturco, con quelle pannocchie succose di cui ero ghiotto. Immagini indelebili che conservo nella memoria.

Oggi, a 60 anni da quei giorni, ho in mente un’altra immagine, più recente ed emozionante, la fotografi a di mio fi glio, di mio nipote di pochi giorni, e la mia. Una bella immagine che rappresenta la sintesi del passaggio del testimone attraverso le generazioni di una famiglia, dal nonno al fi glio e al nipote. Penso alla perpetuazione dei geni di una famiglia che si stava estinguendo perché è il mio unico nipote, l’erede del mio nome. Purtroppo oggi non si fanno più fi gli per questioni economiche e per problemi di praticità, i figli vengono visti più come un ingombro che come i nostri eredi, e così le famiglie senza fi gli, o con un fi glio solo, si stanno moltiplicando. Così i nostri eredi saranno quei migranti, oggi tanto osteggiati, ma che guardando al futuro, restano una risorsa da prendere in considerazione e da accogliere con dignità. Del resto siamo stati migranti anche noi Italiani, non dimentichiamolo.

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L’autore

Luigi Picheca

Giornalista

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