Meraviglioso

Pubblicato il

25 Lug 2023

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Tutti abbiamo il potere di amare la vita

 

Un giorno, con grande piacere, ricevo la visita inaspettata di GIANNI, un mio ex collega di lavoro da tempo come me in pensione. Non lo trovo però allegro e sorridente come un tempo, ma totalmente cambiato e gli chiedo come mai.

Caro amico – mi dice con i suoi occhi lucidi e pieni d’emozione – sei mesi fa ho perso mio figlio Marcello in un grave incidente stradale.Mia moglie ed io siamo distrutti dal dolore e sentiamo disperatamente la sua mancanza. La casa è vuota senza la sua presenza, senza il suo casino, le sue cose lasciate qua e là; senza le sue canzoni  canticchiate girando per casa; senza la sua allegria e la gioia che solo un figlio ti può dare. No non è possibile, non è possibile!

Mi commuovo tanto a questa notizia inaspettata e non so come consolare il–mio caro amico.
Caro Pippo, aggiunge, mia moglie è disperata, gira per casa, chiamando sempre il suo nome, Marcello, Marcello, Marcello! Mette addirittura ancora il suo piatto a tavola. Io mi arrabbio e cerco in tutti i modi di farle capire che Marcello non è morto, ma è passato a un’altra vita, è entrato in una nuova dimensione; cerco inutilmente di tranquillizzarla e prego perché esca da questo tunnel buio in cui è precipitata. Caro PIPPO, caro amico mio, che ti posso dire? Che mentre conforto lei, dentro di me vorrei essere confortato io? Che  vorrei farla finita con questa vita volando giù dal balcone? gettandomi sotto un treno o altro ancora? Vorrei  proprio farla finita, finita con questa vita di merda, si di merda perché questa stronza di colpo, così all’improvviso mi ha strappato dal cuore l’amore di mio figlio e la voglia di vivere, e mi domando ancora cosa campo a fare senza più vedere la luce del sole illuminarmi il cuore.
La mia vita è penosa, fatta solo di lacrime amare e di sofferenza. Il SIGNORE avrebbe dovuto prendere me piuttosto che mio figlio. Una vita di merda in cui non tiferemo ed esulteremo più insieme quando vince la nostra comune squadra del cuore. Adesso è tutto come un cielo senza stelle, un cielo senza luna, un buio totale, totale anche con mia moglie che si è chiusa in sé come una suora di clausura; non vuole più uscire, svagarsi anche solo un po’ chiacchierando con qualcuno, distrarsi; rifiuta tutto anche l’amore fra noi. Vivere in questo modo è insostenibile! No, no! Pippo caro amico mio, credimi non ce la faccio più a sostenere questo penoso calvario, non ha alcun senso andare avanti senza scopo.

Ho provato un forte brivido sulla pelle nel vederlo piangere, dicendomi “penso proprio che questa sia l’ultima volta che ci vediamo”.
Ma Gianni! cosa dici, amico mio caro? È una sciocchezza andare contro la volontà di DIO, un grande peccato e magari da lassù tuo figlio Marcello vi guarda rattristato! No caro Gianni non sono assolutamente d’accordo con te, su come l’hai pensata, penso che rischieresti davvero di non vedere più tuo figlio Marcello. Se il SIGNORE ha voluto così, non è stato per un puro caso ma perché è così che doveva andare e che niente e nessuno avrebbe potuto fermare la fine del suo percorso di vita terrena.

Caro Pippo – mi dice – devi perdonarmi se mi sono sfogato con te raccontandoti questo! So bene quello che stai passando e vedere anche te così mi fa tanto male al cuore ma, credimi, te l’ho voluto dire perché tu solo mi puoi capire dopo i tanti anni di lavoro insieme, dopo aver asfaltato centinaia e centinaia di strade e marciapiedi, dopo averne viste e passate di tutti i colori, rispettandoci sempre come due fratelli. Per questo so bene con chi sto parlando e mi fido pienamente di te, e per questo se dovessi fare qualche stupidaggine ti prego di spiegare tu a mia moglie che il mio è stato solo un gesto d’amore per mio figlio Marcello.

Gianni, questa cosa che mi dici mi lascia sulle spine e mi fa stare in ansia per te e per quella povera donna di tua moglie. No amico mio, questa volta temo proprio di non poterti accontentare non potrei aumentare il peso della croce che già porta tua moglie! No, no! Caro amico mio, posso capire il tuo dolore, ma questa volta mi dispiace, non ti posso proprio aiutare.
Ma poi cosa mi fai dire sapendo che finiresti col condannare la tua amata moglie ADA a soffrire di più? No, Gianni, ti prego ti prego rifletti bene su ciò che mi hai detto, rifletti e rifletti ancora. Lasciando sola tua moglie in questo momento di pena e di dolore, in cui ha più bisogno di te, del tuo aiuto morale, se permetti, ti comporteresti da menefreghista, per non dire da vigliacco; te ne laveresti le mani facendole ancor più male. Eh no caro Gianni, mi rincresce dovertelo dire, ma facendo così perderesti oltre la mia stima anche la mia amicizia, perciò per il tuo bene e per quello di tua moglie ti prego di pensare attentamente a quello che fai.

Bene, ho capito, ho capito, Pippo, quello che mi vuoi dire, ci penserò, mi risponde un po’ tristemente con lo sguardo abbassato e con gli occhi sempre più lucidi, ma per il momento non cambio idea su quello che ho detto.

Mi saluta così, lasciandomi sulle spine, senza darmi una risposta positiva.
Ooooh Gianni, Gianni caro amico mio – ripeto tra me e me –  mentre lo vedo andar via amareggiato! Che pena provo per il tuo dolore.

Provo un immenso dispiacere, sempre sperando si ravveda. Ma che cosa posso fare per aiutarlo, se non raccomandarlo ai miei fratelli ANGELI? Cosa posso fare ancora per alleviare le sofferenze di quella famiglia oramai vittima dello sconforto e preda della depressione?
Metto in moto il cervello e intanto prego per avere un’idea, per trovare un rimedio…
….Ma sì! Certo, come ho fatto a non pensarci subito, visto che è la mia canzone preferita, la canzone che ho sempre canticchiato e mi ha dato ogni volta tanta positività facendomi capire ed apprezzare il valore della vita?
Comincia così la canzone dell’indimenticabile Modugno:

”È vero, credetemi, è accaduto di notte su di un ponte guardavo l’acqua scura con la dannata voglia di fare un tuffo giù… D’un tratto qualcuno alle mie spalle, forse un ANGELO vestito da passante, mi portò via dicendomi così: meraviglioso ma come non t’accorgi di quanto il mondo  sia meraviglioso, meraviglioso persino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso…
Ma guarda intorno a te che doni t’hanno fatto, t’hanno inventato il mare… tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole, la vita, l’amore?
Meraviglioso il bene di una donna che ama solo te, meraviglioso… la luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino, meraviglioso…meraviglioso. La notte era finita e ti sentivo ancora sapore della vita, meraviglioso, meraviglioso, meraviglioso… meraviglioso ecc ecc ecc…

Un paio di mesi dopo Gianni e Ada arrivano questa volta con un sorriso e le braccia spalancate. Mi salutano e mi abbracciano serenamente come un parente stretto e mi dicono con un sorriso “Grazie, grazie, Pippo, per averci aiutato, per averci salvato dal fare una grande e vera stupidata. Risentiamo sempre quelle meravigliose parole come se, dal cielo, qualcuno ce le avesse dettate per riscoprire il senso e il dono della vita, riapprezzandola e ritornando a sorridere. Forse non è stata solo una semplice canzone ma una specie di dono divino, mandato al momento giusto, all’ultimo istante, prima di perdere la fede.
Ringrazio con una preghiera i miei ANGELI per essermi venuti incontro come sempre, con il loro pronto intervento.

 

 

 

Pr

A Pippo la vita ha chiesto di affrontare le conseguenze di un grave incidente, la SLA. E Pippo ha scoperto che tutto ciò che accade va accolto, perché la vita va vista come un luogo da esplorare e non solo da guardare superficialmente. Se non fermiamo il nostro cammino di scoperta e riconoscenti cerchiamo fra le sue innumerevoli pieghe, troviamo sempre il modo di stupirci e proseguire. Pippo, dentro la malattia che sembra togliergli ogni potere, non perde il potere di amare la vita e lo trasmette agli altri, come accade in questo racconto dell’amico Gianni. Tutti abbiamo il potere di amare la vita, in ogni circostanza.

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N:44

Luglio

2023

L’autore

Pippo Musso

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