Insegnare è bellissimo, ma è un mestiere assolutamente sottovalutato, perché gli insegnanti troppo spesso sono oggetto di luoghi comuni del tipo “lavorano mezza giornata, fanno tre mesi di ferie e si lamentano sempre!”. Quest’ultimo privilegio è inutile negarlo, ma ci tengo a precisare che sono due i mesi di vacanza: a giugno si lavora. Riguardo al lavorare mezza giornata, invece, avrei parecchie obiezioni… In classe non si improvvisa, si deve sempre preparare il materiale che renda più interessante la lezione, più divertente, più coinvolgente. Si cambia ogni volta. Senza contare la preparazione e poi la correzione delle verifiche. Aggiungiamo gli scrutini, i giudizi… E quando si può fare tutto questo, se non nel pomeriggio, o nei week end?
Al di là di questo, che è l’aspetto meno importante, l’insegnante (soprattutto nella scuola media e superiore) deve affrontare ben altri problemi. Il principale e più pesante, è la mancanza di rispetto da parte dei genitori e di conseguenza anche degli studenti. Questa è una vera e propria piaga della scuola. Negli ultimi anni mi sembra che si siano raggiunti livelli inaccettabili, per cui l’insegnante che ha poco carattere, poco carisma, è visto come uno sfigato, un fallito, e viene umiliato dalle sue classi. Più “rispettato” è invece il prof che si dimostra molto severo, fermo, che fa la sua lezione frontale e se ne va, allora viene giudicato uno st****o, tutti ne hanno paura, e chi non capisce non osa dire niente. Ma questo non è rispetto.
Io vorrei una scuola che invoglia i bambini, ma in generale gli studenti, a conoscere, approfondire per il solo gusto di sapere. Utopia? Non lo sarebbe se gli insegnanti fossero preparati, e selezionati non solo in base alle loro conoscenze, ma anche in base al loro carisma, all’empatia, all’amore per i bambini, anche quando sono cresciuti. Sì, perché credo sia possibile andare a scavare sotto gli ormoni ribollenti, per trovare l’anima bambina, curiosa ed entusiasta.
Ogni bambino, ogni ragazzo ha una mente diversa, originale. Davanti a una classe è importante tenere sempre presente che non si tratta di un’entità unica, ma di un insieme di entità uniche, di intelligenze differenti, che vanno attivate e coltivate in modo differente. Facile? Per niente.
Io credo fermamente nel potere magico della serenità, perché un bambino, un ragazzo, non è in grado di apprendere quando è teso, quando ha paura dell’insegnante. La tattica del terrore è lontano anni luce dalla mia idea di scuola. Eppure c’è chi è orgoglioso di essere temuto, di entrare in classe e trovarvi il silenzio assoluto, e di vedere sguardi in fuga.
A questo riguardo devo dire che si parla spesso di bullismo tra i ragazzi, ma mai di quello degli insegnanti nei confronti degli alunni. Ne ho conosciuti troppi, come collega e come genitore. Insegnanti con lo sguardo glaciale, empatia zero, che prendono di mira gli alunni meno brillanti umiliandoli, dando loro del fallito, del perdente, o li fissano in silenzio, per un eterno minuto. E la vittima prescelta diventa piccola dentro, vorrebbe sparire dal mondo. Qualche volta purtroppo lo fa.
La mia idea di insegnamento è racchiusa in questo pensiero che ho scritto diversi anni fa, e che ho chiamato “insegnami a insegnare” quasi dedicata a me stessa, che ho tanta nostalgia della scuola, e a tutti i docenti e genitori che hanno a che fare con bambini, grandi e piccoli. Noi tutti abbiamo una responsabilità immensa, ma a volte non ne sembriamo consapevoli. I bambini invece, i ragazzi, sono le fondamenta del futuro, del mondo che sarà.
Se ti vengono affidati dei germogli, cerca per ciascuno la terra migliore, e non scegliere quella a te più vicina, costringendoli nella tua ombra. Studia ognuno di loro, osserva prima di agire. Non essere impaziente, accogli le loro diversità e fanne la tua ricchezza, il tuo strumento più prezioso. Fortifica loro le radici, e non forzare i loro rami perché assumano la forma che ti piace. Così li spezzerai. Dai sostegno al loro fragile fusto, ma non costringerli a crescere tutti uguali, né simili a te. Non travasare in loro linfa vitale, ma assicurati che la cerchino e che la trovino con le proprie radici, e vigila affinché la luce non li bruci. Solo quando li vedrai crescere fino a superare la tua altezza, solo quando sarai felice nello scoprire, un giorno, che non hanno più bisogno di te, solo allora capirai di essere stato un bravo insegnante.
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