La più bella Vacanza

Pubblicato il

3 Ago 2023

Categorie

Commenti

Si, Si, Si.

È il tempo delle vacanze per voi ‘normali’. A noi restano i ricordi di quando eravamo anche noi ‘normali’.

No, No, No.

Questo non è un pezzo triste e sconsolato che rimugina sui bei tempi passati, e maledice la situazione attuale. Questo è uno scritto che glorifica i bei ricordi. Perché vedete, amici cari e voi ‘normalacci’, i bei ricordi mi fanno sognare, mi trasportano in un altro mondo, un mondo di fantasia, certo, ma quasi reale. Un metaverso, cari ‘normaloni’, della mente. Perché avendo perso le facoltà motorie, mi sono accorto che la mia mente è più viva, più presente, più viaggiante.

Capita anche a voi compagni di viaggio SLA? Ora non voglio glorificare questo mostro di malattia. La SLA prima ti mette le mani addosso, poi ti piazza in una gabbia di cristallo così puoi vedere il tuo corpo e i tuoi progetti andare in malora. Ma qualche risvolto positivo dobbiamo pure trovarlo, vero? Se siete ancora qui dopo questa penosa introduzione, complimenti! Io adoravo andare in barca a vela. La passione mi è nata da ragazzino. Mio zio aveva un 420, una deriva che teneva all’Idroscalo, il famoso ‘Mare di Milano’. All’Idroscalo non c’è mai troppo vento, anzi di vento c’è ne era pochissimo, ti gonfia a malapena le vele, e le sartie ti sbattono spesso sull’albero per la mancanza assoluta di vento. Ma di questo me ne importava? No, ero preso. Io e mio zio poi l’estate andavamo a Riccione con le nostre famiglie. Si noleggiava una barca per il mese di Agosto e si usciva in barca per tutto il pomeriggio. Fantastico, che ricordi!

Purtroppo quando ho cominciato gli studi universitari all’estero, ho rinunciato alla barca a vela per vari motivi, ma principalmente perché non avevo mio zio come skipper. Al ritorno in Italia, nel 1988 mi sono iscritto alla scuola di vela a Caprera. Io 30enne ero a scuola con ragazzi e ragazze di 17 anni, viziati e figli di papà, probabilmente mandati dai padri per fare esperienza in una scuola di vela molto dura e esigente. Caprera era durissima e fantastica, dopo 2 settimane di scuola sono tornato al lavoro con i buchi nelle mani. A Caprera non usavano gli strozza scotte! Le scotte (le funi che si usano per controllare le vele), erano sempre nelle mani e il vento del nord della Sardegna non ha niente da vedere con l’agonia del ‘Mare di Milano’. Il lavoro e la residenza continua all’estero mi ha impedito di crescere questa passione, con l’eccezione di qualche uscita di più giorni in cabinato con amici. È durante una di queste uscite che ho passato una delle più belle vacanze in assoluto.

Due settimane in barca a vela nei Caraibi, Martinica, St Vincent, St Lucia. Il vento era fantastico, ideale per andare a vela. Mi sentivo libero come non mi sono mai sentito prima. È difficile spiegare come ci si sente andando a vela, la velocità, il vento, la salsedine, andare di bolina leggermente sbandati ma in controllo, il profumo del mare. Sono una serie di sensazioni che rimangono nelle cellule del tuo corpo per sempre. Adesso guardo i video di vela su YouTube. Recensioni di barche, gare, blog di velisti non professionisti che intraprendono il giro del mondo in barca. E sogno, sogno nel mio metaverso una vita libera e non costretta. Sogno ad occhi aperti e ad occhi chiusi. Sogno NON per dimenticare la mia condizione, ma per trovare nuovi stimoli, per allenare la mente, per vivere una vita più piena. Non guardatemi con gli occhi violenti della compassione, io vivo una vita piena, reale e nel mio metaverso.

E per voi, compagni di SLA, non dimenticatevi di sognare, di usare le vostre grandi menti.

Vi garantisco che si prolunga la vita.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo articolo è comparso su:

N:45

Agosto

2023

L’autore

Julius Neumann

Ingegnere biomedico

Potrebbero interessarti…